1272

Parte del Canale Ticinello viene reso navigabile: nasce il Naviglio Grande. Diventa rapidamente di fondamentale importanza per lo sviluppo dei commerci, del benessere e della potenza economica e militare di Milano.

AD USUM FABRICAE

1388
Il Naviglio Grande è prolungato fino alle mura per consentire il trasporto delle merci di costruzione destinate alla Veneranda Fabbrica del Duomo. Il marmo, proveniente dalle sponde del lago Maggiore, arrivava così direttamente in prossimità del cantiere e per essere riconosciuti, i barconi vengono contrassegnati con le lettere Auf (Ad Usum Fabricae), da cui nasce l’espressione a ufo (gratis).

Ponte in ferro e chiatta da trasporto sul Naviglio Grande
1970 circa, Paolo Monti

1470

Iniziano i lavori per la costruzione del Naviglio Pavese per spezzare l’egemonia di Pavia nei traffici da e verso Milano. Il completamento arriva in epoca napoleonica con la strada del Sempione. Con i Navigli arrivano in città i barconi con le merci alimentari, dai formaggi alle carni al riso, e sulle sue sponde è tutto un brulicare di artigiani della trasformazione.

I CANALI NAVIGABILI

1496

Arriva a Milano Leonardo da Vinci che perfeziona le tecniche idrauliche, impiegando per primo la prospettiva a volo di uccello nello studio dei corsi d’acqua.

1603

Il laghetto di Sant’Eustorgio nei pressi di Porta Ticinese viene trasformato nella Darsena, un bacino artificiale utilizzato per l’ormeggio delle imbarcazioni che navigavano i Navigli milanesi.

Tant’acqua l’ha portaa in cittaa el navili,
da quand in su la luna semm rivaa,
eppur, sarà per lo sfizi o per pontili
a settass giò in barchett semm ritornaa.

Come sul barchett de Boffalora
col liron liron lirela,
das dasiot vemm a Milan.

1645

Nasce il servizio trasporto di passeggeri per brevi percorsi verso le fiere o i mercati, un modo di viaggiare comodo, sicuro ed economico. Cletto Arrighi omaggerà le corriere del Naviglio con la commedia dialettale “El barchett de Boffalora”.

Mappa di Milano del 1860
Particolare del Naviglio Vallone, della Darsena e della Cerchia dei Navigli

PORTA CICCA

1802
Inizia la costruzione di Porta Ticinese, progettata da Luigi Cagnola in stile neoclassico. Al termine delle guerre napoleoniche, vi fu posta l’iscrizione latina «paci populorum sospitae» («alla pace liberatrice dei popoli»). La porta, ricavata nei bastioni spagnoli, venne posta per costringere al pagamento del dazio chi entrava in città e immetteva nella via Ticinensis, la strada per Pavia. Tradizionalmente nella cultura popolare milanese è nota anche come porta Cicca, dallo spagnolo chica, ossia “piccola”.

1898


La strada del Ticinese diventa scenario dei più cruenti momenti dell’”insurrezione del pane” duramente repressa dal generale Bava Beccaris, ricordata in diversi canti popolari.

“Alle grida strazianti e dolenti
di una folla che pan domandava,
il feroce monarchico Bava
gli affamati col piombo sfamò.”

1898, autore anonimo

LA BELLE EPOQUE MILANESE

XX secolo
Le alzaie ricordano le sponde della Senna, popolate da pescatori, bagnanti e gitani, in un’atmosfera vagamente
belle époque. I falchett come gli apaches, le lavandaie al posto delle sartine, i trani, invece dei bistrot. Per decenni porta Cicca o porta Cinesa resta il simbolo della Milano popolare e malandrina, coi suoi personaggi coloriti, le canzonacce sguaiate o struggenti, le cappellette illuminate su ogni cantonata, i marinai dei barconi. Un quartiere con molte osterie e un po’ di malavita. Una malavita bonaria.

Vicolo dei lavandai e Naviglio Grande
1920 circa

LA NUOVA BRERA

POST II GUERRA MONDIALE

Gli sfollati dei bombardamenti vengono a vivere sui Navigli perché l’affitto di paga poco. Nelle case di ringhiera non c’è l’acqua, il bagno e la fontana sono in comune. Poi arrivano gli immigrati dal Meridione che si sentono accolti da una comunità amichevole e solidale. Per ultimi arrivano i pittori, perché Brera si stava trasformando in un ambiente lussuoso e altolocato mentre il Naviglio era un ambiente di arte, innovazione, di cultura popolare. Onesto, laborioso, vivace. I pittori potevano pagare l’affitto e le cene all’osteria con le loro opere.

Pittori sul naviglio
1950 circa

1950

Da gennaio, tra porta Genova e porta Ticinese si riempiono di baracconi, ottovolanti, autoscontri, giostre e attrazioni di ogni tipo: arriva la chiassosa “Fiera di porta Genova”, punto di arrivo delle tradizionali sfilate dei carri che partivano dal centro, con el Meneghin e la Cecca, le maschere milanesi.

SERATE JAZZ AL CAPOLINEA

1969
Il batterista Giorgio Vanni decide di aprire un jazz-club sul Naviglio Grande, in una vecchia cascina dove il tram numero 19 terminava il suo percorso. Lo chiamò
Capolinea e il locale divenne in pochissimo tempo un riferimento mondiale per i grandi jazzisti. All’inizio, furono Joe Venuti e Tony Scott, amici di Vanni, a portarvi i colleghi ancora più famosi, poi non vi fu solista o band che non vi suonasse. Famose e irripetibili le jam session notturne, coi musicisti che si ritrovavano in formazioni spontanee, non preordinate e che spesso suonavano fino a mattino. Le performance più straordinarie spesso non hanno avuto altre testimonianze che quelle della memoria e la documentazione è limitata o inesistente.

Capolinea Jazz Club
Anni ’80-’90

1979

Il Naviglio Grande viene chiuso alla navigazione commerciale e restituito alla sua prima funzione di irrigazione.

LA MILANO DA BERE

1980

Nello spot dell’Amaro Ramazzotti si canta della Milano da bere dove tutto è possibile durante un aperitivo.

Una città che «rinasce ogni mattina, pulsa come un cuore; Milano è positiva, ottimista, efficiente; Milano è da vivere, sognare e godere»

Locale sul Naviglio Grande
Anni ’80-’90
Naviglio Grande alla sera
Primi anni 2000

1990

Chiudono diverse realtà artigianali della zona che si impoverisce e perde di vitalità. Nuovi poli della movida in altri quartieri di Milano, come Isola, fanno concorrenza ai locali del distretto.

2011

Il Fuorisalone si sposta in zona Tortona e lascia “scoperti” i Navigli. Alcune aree come via Vigevano si caratterizzano in senso opposto alla movida economica dei Navigli: le corti si riempiono di showroom, studi creativi e attività rivolte a una clientela di nicchia.

Darsena
Ottobre 2018

2015

Viene inaugurata la nuova Darsena. I lavori di ristrutturazione, hanno riguardato la ricostruzione degli argini, delle bitte per far attraccare le imbarcazioni e di due passeggiate ciclopedonali che costeggiano l’acqua.

Il mangia e bevi sta oscurando l’identità artigianale del quartiere. Chiude un artigiano. Chiude un negozio. Chiude un pittore. E al loro posto arriva un bar, un pub, un kebab.

Esistono ancora attività che difendono la creatività sui Navigli? Ci sono luoghi da scoprire dei Navigli oltre i Navigli che pensiamo di conoscere?
Il team di Condensed crede di sì. Scopri di più del progetto!